Il ragazzo di Bruges

Una appassionata d'arte come me non può resistere ad una storia che si svolge fra tele e ossidi, mortai e lapislazzuli, codici miniati e terra di Verona. Se poi a far da ambientazione alla storia è la magica Bruges del XV secolo, la stessa di Nicolas de Fleury, il gioco è fatto: anche una come me, che non ama i gialli, si lascia catturare da questo romanzo in cui, attorno al giovane protagonista Jan, si muovono giganti del calibro di Van Eyck, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Antonello da Messina e Cosimo di Medici.

Il mondo, anche quello della pittura, anche quello del Quattrocento, non è un mondo facile, non è esente da intrighi sanguinosi, assassinii e complotti politici in cui un piccolo apprendista poco può fare, forse, eppure è proprio al piccolo Jan che tocca proteggere e salvare il grande segreto di suo padre, un segreto che quasi non capisce, ma per il quale sicari prezzolati sembrano essere disposti a tutto.

Solo al mondo dopo la morte del pittore che lo aveva accolto in casa propria, Jan troverà aiuto in un marinaio poco raccomandabile, in un madre che non ha mai conosciuto ma che lo ha sempre osservato da lontano e salperà, come nei suoi sogni, alla volta di un mare mai visto, verso una terra splendente e assassina come la Toscana, per lasciare poi il suo fardello nelle mani di un apprendista come lui, un apprendista di nome Antonello da Messina.