Per questo mi chiamo Giovanni
Uno dei libri che mi sento di consigliare a chiunque, a qualsiasi età e senza nessuna esclusione.
L'autore, Luigi Garlando, noto per la sua produzione di libri per ragazzi legati al mondo del calcio, si cimentava per la prima volta con questo libro in una produzione più “impegnata”, nello sforzo di mettere a contatto i suoi piccoli lettori con una storia di alto valore civile.
Il libro racconta del piccolo Giovanni e di una giornata passata col padre fra Palermo e le spiagge di Mondello per conoscere la vita di Giovanni Falcone. Il romanzo mischia sapientemente storia istituzionale e privata del giudice siciliano con l'esperienza dell'undicenne protagonista e il doppio canale di lettura, su cui il padre stesso del ragazzo insiste, è un ottimo spunto per calare nell'esperienza quotidiana di un adolescente moderno i concetti di mafia, ingiustizia e sopruso.
Non posso negare che l'esperienza forte che furono per me, allora adolescente liceale, le stragi di quel 1992 mi portano alla commozione ogni volta che affronto l'argomento in classe. E' il mio piccolo, personale tributo agli uomini che sacrificarono la vita per un ideale e un futuro migliore, non solo per la Sicilia, ma per l'Italia.
Recentemente, proprio grazie a questo libro, ho percepito quanto ormai i miei alunni e tutti i loro coetanei siano pienamente figli dell'11 settembre e quanto gli anni della lotta alla mafia siano per loro storia ignota, troppo vecchia perché se ne ricordino, troppo recente perché sia oggetto di studio nei manuali (o meglio della tirannia del tempo che costringe noi docenti a saltare pagine e pagine di Storia). Mi rifiuto di lasciare questi uomini nell'ombra aspettando che siano abbastanza vecchi da essere “istituzionalizzati”. Credo di doverlo loro.